Quando si inizia a parlare di qualcosa e soprattutto a spiegare a qualcuno una qualsiasi cosa, situazione e vicenda, è sempre bene farlo partendo dall’inizio.
Questo è il motivo per il quale ritengo corretto introdurre al golfista, neofita o principiante che sia, la possibilità di conoscere un po’ di storia della nascita del golf scoprendo, magari, che molti popoli, anche molto lontani negli anni e dunque nella storia, hanno voluto fregiarsi della sua nascita e di una propria storia.
Tuttavia, non essendo questo un trattato storico, si faranno solo dei brevi accenni alle primissime origini del golf, senza addentrarsi in ulteriori dettagli.
La storia ci insegna che le origini del golf sono da far risalire probabilmente all’epoca dei Romani in Gallia e Britannia.
Pensate che nella provincia di Roma i romani dell’epoca già praticavano uno sport molto simile a quello del golf moderno, chiamato paganica, che consentiva al giocatore di usare un bastone ricurvo per colpire una palla, di dimensioni maggiori della pallina da golf che conosciamo oggi, imbottita con delle piume di volatili e ricoperta da una pelle conciata e cucita a mano.
È molto probabile, quindi, che la trasmissione e la crescita di questo popolare sport, anche se in maniera embrionale e diverso da quello moderno, avvenne direttamente dai legionari romani che tipicamente erano dei fanti della legione Romana (tra il I sec. A.C. e il II sec D.C.) che si trovavano ad affrontare diverse popolazioni per usi, costumi e sistemi militari, soprattutto originarie del Nord Europa.
Probabilmente era proprio nelle ore di riposo che gli stessi legionari consentivano alle popolazioni del Nord Europa, come ad esempio ai Celti delle Highlands, di acquisire conoscenze in merito al gioco della paganica per poi favorirne lo sviluppo in Scozia.

A metà del XIV sec. in Inghilterra e, a dir la verità, anche in altri Paesi come la Francia e i Paesi Bassi, si praticava molto il gioco della cambuca. In questo gioco, a differenza della paganica, da cui comunque prendeva spunto, il giocatore per mezzo di un bastone colpiva una pallina questa volta di legno, con l’intenzione di imbucarla. Il golf, quindi, cominciava a diventare sempre più uno sport popolare nel senso che era praticato da tante persone e al contempo però aveva necessità, per essere praticato, di tanto tempo a disposizione e anche di molto denaro. Perciò, ad un certo punto, in Inghilterra e in Scozia si cominciarono ad avere seri problemi di ordine pubblico che, andavano in qualche modo gestiti.
Nel 1457, con un atto del Parlamento scozzese, un editto, il Re Giacomo II di Scozia, dovette vietare espressamente il gioco del golf e del futeball e anche successivamente i sovrani della dinastia degli Stuart furono costretti ad emanare altri due editti che prevedevano la messa a bando del golf ritenuto ormai un pericolo per il Paese in quanto la maggioranza degli uomini non giocavano più al tiro con l’arco ma giocavano a golf. Alla Scozia, invece, occorrevano gli arcieri per difendersi dagli attacchi delle truppe inglesi, e non giocatori di golf!
Così, per mezzo di atti parlamentari tutta la popolazione scozzese fu precettata alla pratica delle armi e i produttori di armi dovettero abbandonare la produzione dei bastoni da golf e dedicarsi esclusivamente alla produzione delle armi.
Insomma il golf aveva sicuramente contagiato la maggioranza degli scozzesi pensate che anche il Re, a valle della firma del trattato di pace con l’Inghilterra, acquistò dei bastoni da golf e delle palline.
Nonostante tutto, e soprattutto nonostante i divieti e i precetti imposti, col passare del tempo il golf diventava in moltissimi Paesi del Nord Europa, uno sport di grande fascino e interesse poiché consentiva l’esercizio alla concentrazione e alla strategia da parte dei giocatori che talvolta erano anche coloro che scendevano in campo di battaglia.
Insomma, il golf è stato uno sport che piaceva molto anche ai francesi che l’avevano ribattezzato “jeu de mail à la chicane“.
Donatella Carriera